Belmonte
Mezzagno
(provincia
di Palermo)
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storia
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La storia di Belmonte, intesa questa come storia di una comunità organizzata, ha inizio il 18 aprile 1752 quando Giuseppe Emanuele Ventimiglia chieseed ottenne dal Re Carlo III la " licentia populandi". La licentia populandi veniva concessa come ricompensa per |
- La famiglia Afflitto | ||||||
- La famiglia Ventimiglia | |||||||
- La nascita di Belmonte | |||||||
- Origine del centro abitato | |||||||
- Origine del nome | |||||||
particolari servigi resi alla corona. Con la licenzia il feudatario acquisiva la giurisdizione civile e penale (dal 1610) sul paese e sugli abitanti. Prestigio e vanità erano fattori che inducevano i feudatari a popolare 1e loro terre. Ma i veri motivi erano da ricercare negli enormi vantaggi economici e politici che l'impresa poteva offrire. Infatti connesso con la giurisdizione feudale era il governo politico, economico e sociale della nuova popolazione. E qui insieme alla possibile smania di vanità il barone soddisfaceva anche precise aspettative economiche. La più appariscente era la riscossione delle tasse. Inoltre un nobile che fondava un nuovo comune con almeno ottanta case aveva diritto al titolo di principe e un seggio nel Parlamento siciliano, veniva cioè elevato al ruolo di Grande di Spagna. Ma i più consistenti erano i vantaggi derivanti dalla messa a coltura delle terre baronali; da questo punto di vista, ogni nuova famiglia che si trasferiva nel nuovo centro abitato era una nuova unità produttiva che si poneva al servizio del feudatario. Ciò accadeva in un particolare momento storico durante il quale la mancanza di grani in Sicilia era diventata assillante ed era difficile potersene procurare nel bacino del Mediterraneo. La scarsezza dei grani aveva procurato il comprensibile rialzo dei prezzi per cui il prodotto era abbastanza rimunerativo per chi avesse voluto dedicarsi alle colture. Naturalmente l'impresa non era esente da rischi, in quanto presupponeva un notevole investimento anticipato di capitali per la costruzione delle case, delle strade, della chiesa, di fondaco e per le anticipazioni sul raccolto che nel caso di fallimento dell'operazione (se ad esempio, in tempi brevi non si fossero trasferiti numerosi coloni dai paesi vicini a popolare il nuovo centro) potevano andare perduti. A tale scopo molti feudatari non solo concedevano gratuitamente il terreno per la fabbrica delle case ai singoli coloni ma esentavano gli stessi per un decennio dal pagamento dei tributi e dei servizi feudali. Importantissime, per la buona riuscita dell'investimento erano la scelta del sito e le condizioni (patti agrari) offerte dal feudatario ai nuovi coloni. E' ovvio che per potere un feudatario attirare nel comune appena fondato coloni dai paesi vicini, doveva offrire condizioni migliori di quelle esistenti nei paesi circostanti. La scelta del luogo dove insediare l'abitato doveva essere attentamente studiata. Era fondamentale la presenza dell'acqua, la vicinanza alle, strade carrabili e a cave per il materiale da costruzione, terreno fertile da potere essere concesso in enfiteusi e in quantità tale da costituire un incentivo per i futuri abitanti; si è costatato che quasi sempre i nuovi comuni sono sorti in siti dove esisteva già una qualche struttura abitata, fosse essa un casale, un piccolo agglomerato di case o altro. Tutte queste considerazioni svolte fino a questo punto sono utili per capire la costruzione di Belmonte e del perché la sua costruzione sia avvenuta in una determinata parte del territorio. |